L’uso terapeutico della cannabis suscita un vivace dibattito nel mondo scientifico e non; molte sono, infatti, le proprietà
terapeutiche dei derivati della cannabis.
La cannabis riconosce una indubbia utilità come antiemetico, analgesico, stimolante l’appetito, miorilassante, antiasmatico e
antiglaucomatoso (riduce la pressione intraoculare).
In particolare, la cannabis possiede delle spiccate proprietà analgesiche. L’area grigia periacqueduttale, un'area cerebrale molto importante per la percezione degli stimoli dolorosi,
contiene, infatti, molti recettori dei cannabinoidi. Numerosi trials clinici suggeriscono come la cannabis sia capace di agire sul dolore cronico, piuttosto che su quello acuto. In
particolare, alcuni lavori scientifici dimostrano una certa efficacia dei cannabinoidi nel ridurre l’intensità del dolore neoplastico.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che i cannabinoidi possiedono delle capacità antiemetiche. Diversi studi hanno dimostrato come nei pazienti defedati i cannabinoidi siano in grado,
meglio di molti altri farmaci, di stimolare l’appetito. I cannabinoidi sono, infatti, in grado di contrastare lo stato cachettico, sia nei pazienti con AIDS che neoplastici.
Esistono numerose evidenze aneddotiche e scientifiche che indicano come i cannabinoidi siano particolarmente efficaci per combattere la spasticità muscolare nei pazienti affetti da sclerosi
multipla e da traumi midollari. Alcuni studi hanno, inoltre, dimostrato una efficacia dei cannabinoidi nel controllo dei disturbi del movimento. I recettori dei cannabinoidi sono, infatti,
ampiamente distribuiti in molte aree cerebrali fra cui, in grande quantità, nei gangli della base, un'area cerebrale in grado di controllare il movimento. Studi preliminari hanno dimostrato come il
cannabidiolo, un cannabinoide di sintesi, sia in grado di migliorare i movimenti nei pazienti distonici e nei soggetti affetti dalla malattia di Huntington, dal morbo di Parkinson, dalla
sindrome di Tourette. Evidenze aneddotiche suggeriscono anche un’utilità dei cannabinoidi nel trattamento dell’epilessia. Interessanti studi hanno dimostrato come i derivati della cannabis siano in
grado di determinare una riduzione della pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma. I recettori dei cannabinoidi sono, infatti, presenti in gran numero a livello dell’occhio.
Interessanti studi hanno dimostrato come il fumo di marijuana sia in grado di ridurre la pressione intraoculare nei pazienti con glaucoma, con una efficacia pari a quella dei più comuni
medicamenti utilizzati per ridurre la pressione oculare.